L’inverno bussa alle porte, con quei soffi maligni che ti rimangono dentro, quella pioggia che sa attraversare l’epidermide e sa regalare brividi inattesi. È tutto un luccicare una decorazione dopo l’altra messe li a scandire i giorni che ci separano dalla quella fatidica data, per la maggior parte delle persone, almeno quelle di estrazione cattolica Natale, Santo Natale… per gli atei o gli infedeli un giorno di riposo, per me che conservo quella misticità di pensiero è il giorno della riconciliazione, dei lunghi pranzi, delle sapienti organizzazioni, quelle ore dove le famiglie riescono a riaccordare gli orologi, dove il tempo si mescola con gli affetti, dove in un sorriso si racconta tutto quello che non si è riusciti a dire nel resto dell’anno.
Si mangia come se non ci fosse un domani, si dimentica la fame nel mondo, si dimenticano i problemi e si è tutti amici, parenti per 24 ore, questa aurea magica mi piace come si sogna nei film, davanti ad un caminetto di una casa addobbata, un immancabile abete/pino brulicante di palline, di monili e gadget natalizi, l’unico richiamo che mi piace e che ancora sento; ogni anno vorrei allungare di un metro l’albero fino ad arrivare in cielo, ricercare nuove palline, rigorosamente di cristallo, ognuno ha le sue manie, annusare ogni piccolo mercato natalizio, ogni bancarella per cercare, scovare, regalarmi un babbo natale, una piccola slitta o un soldatino schiaccianoci per impreziosire la mia identità.
Ognuno di noi ha la sua piccola magia, che conserva gelosamente, quando apre le scatole custodite negli angoli più remoti della casa che sia una pallina o una statuina del presepe poco importa, ma è quella piccola alchimia che scandisce il tempo per arrivare a Natale.
Mi sta scendendo una lacrima, mi commuovo e la mia penna incomincia a cigolare perché vorrei che per ognuno di voi ci fosse un giorno della riconciliazione, delle parole non dette, degli abbracci non dati o semplicemente di una telefonata non fatta, ogni persona, ogni bambino tutti noi abbiamo bisogno di sognare, prendiamoci un momento tra un antipasto e l’altro, tra un sorso di vino e di spumante, parliamo, dichiariamo quello che siamo, sono certo che il fuoco che ci scalda sarebbe più vivo, catturiamo luce per ravvivare le ombre del nostro viso, siamo cuore e anima, l’intelligenza artificiale può attendere, un attimo di silenzio e parlano solo i nostri cuori.
Sappiamo essere degni della razza umana…ma che non sia solo un giorno di festa ma sia l’inizio di un nuovo ciclo, c’è bisogno di riconciliazione nei nostri pensieri, nei nostri affetti, c’è bisogno di famiglia, quella parola che non ha sinonimi ma che racchiude un’essenza, un profumo unico, lasciamo che esso penetri tutto l’anno senza sé senza ma, che non sia un soffio ma che sia un vento costante.
Oggi il binocolo lo inforco, voglio ancora vedere lontano, Buon Natale a tutti e ovunque voi siate Buon Natale
Passo e chiudo.
Oscar Estate